Metodo Terzi

La zia Ida era talmente convinta della novità rivoluzionaria delle sue idee che non si faceva problema a mostrare lei stessa come dovessero essere eseguiti gli esercizi fondamentali del Metodo. Per cui non era raro vederla esibirsi nei movimenti base, come le rotazioni o le roto-traslazioni, ruotando lei stessa attorno al suo asse o avanzando a passi cadenzati o addirittura stendendosi per terra. Lo faceva spesso con noi, nipoti ed estimatori. Ma se trovava una udienza attenta lo faceva tranquillamente anche con estranei.

Al proposito si tramanda in famiglia una divertente testimonianza di Lodovico, lo scrittore a cui Ida si rivolgeva quando aveva dei dubbi linguistici.

Premetto che noi tutti, i suoi nipoti, eravamo consulenti estemporanei della zia Ida, che ci interpellava, ciascuno con le sue competenze, perché quando stava scrivendo, voleva esprimere nel modo più chiaro e corretto possibile i suoi risultati e le istruzioni per l’applicazione del metodo. Insomma voleva che la scrittura fosse cristallina e non desse adito a interpretazioni devianti o multiple.

Così se aveva dei dubbi linguistici si rivolgeva a Lodovico, lo scrittore.

Raccontava Lodovico che, una volta che non riusciva ad uscire dal ginepraio di una spiegazione

, la zia Ida andò a trovarlo al lavoro.

Lodovico era allora uno dei dirigenti della Garzanti e si è visto entrare in ufficio la zia Ida, che, senza por tempo in mezzo, si è lanciata nella spiegazione del suo problema. Anzi per far capire meglio quale esercizio voleva descrivere con le parole giuste, si è messa per terra e glielo ha mostrato. E’ però successo che nel bel mezzo della dimostrazione è entrata nella stanza una persona venuta a consultare Lodovico.  Grande è stata ovviamente la sua meraviglia nel vedere una attempata signora, che, facendo leva sui gomiti, avanzava strisciando sul pavimento “come un marine” (parole testuali di Lodovico).

Grande fu anche l’imbarazzo di Lodovico, misto però, ne sono quasi certa, a divertimento, dato che in seguito ha raccontato più volte l’episodio con leggerezza e humor.

Ma scommetterei una cifra che anche la zia Ida non si è scomposta più di tanto: in fondo si trattava solo della dimostrazione del suo Metodo e questo valeva più di ogni altra considerazione.

COMMENTO  DEL PRONIPOTE GIANLUCA ZANETTI:

Mi sento in grande, grandissima, sintonia con la zia Ida. L’orrida fatica delle parole contro la facile comprensione dei gesti. La sostanza dei fatti contro la cerimonia della forma.

L’urgenza della esibizione contro la pazienza della attesa.