Biografia Ida Terzi

Ida Terzi nasce a Parma il 21 gennaio 1905.

Frequenta l’Istituto Magistrale e consegue il diploma di insegnante di Scuola Elementare.

Prime esperienze: i non vedenti

Successivamente si reca a Roma per specializzarsi in Tiflologia alla Scuola di Metodo per educatori dei Ciechi istituita da Augusto Romagnoli, grande innovatore dell’educazione per i non vedenti.

Questa esperienza sarà per lei fondamentale sia sul piano professionale, sia sul piano umano.

Dal 1935 al 1960 insegna presso la Scuola Elementare Statale per i Ciechi di Reggio Emilia dove, spinta dalla necessità di educare i suoi alunni al senso e alla nozione di spazio attraverso la pratica controllata dell’attività deambulatoria, sperimenta esercizi motori da lei stessa elaborati sotto forma di gioco e, attraverso l’osservazione dei comportamenti dei ragazzi, inizia a porre le basi del suo Metodo.

Inizio delle ricerche

Tra il 1940 e il 1952 raccoglie la lunga esperienza sperimentale fatta con i suoi bimbi ciechi delle relazioni corpo-mente nella percezione a contatto e a distanza. Ne nascono degli scritti, ancora inediti, sulla prospettiva acustica.

Risalgono a quello stesso periodo le ricerche sul senso para-visivo nel cieco che saranno raccolte e pubblicate nel 1958 sulla rivista “Acta neurologica” con il titolo “Analisi delle supplenze funzionali nel cieco” (Vol. 13 n.4 pagg. 353-586).

Nel 1959 Pubblica “Analogie fra l’orientamento spaziale dei ciechi e degli ambliopi gravi e quello dei pipistrelli”.

Nello stesso anno il Dott. Prof. Luigi Pietrantoni, direttore della clinica otorinolaringologica dell’Università degli Studi di Milano, viene a conoscenza delle sue ricerche e ne intuisce l’originalità, quindi segnala Ida Terzi al dott. C.L. Cazzullo, titolare della prima cattedra italiana di Psichiatria, particolarmente sensibile ai contributi innovatori e scientificamente documentati nello studio dei disturbi di comportamento.

Presso la psichiatria: approfondimento teorico e metodologico

Il Dott. Cazzullo chiede al Ministero della Pubblica Istruzione il suo trasferimento presso la clinica psichiatrica da lui diretta dove Ida Terzi lavorerà fino al 1970 approfondendo lo studio del Sistema Nervoso a fianco del Prof. Angelo Bairati, docente di Anatomia.

In questa sede Ida Terzi approfondisce l’impianto teorico e metodologico del suo lavoro alla luce di nuovi studi e di nuove esperienze.

Nel 1963 pubblica “Impostazione e applicazione di un metodo per educare il cieco al senso e alla nozione di spazio” Infanzia Anormale – Roma (n. 52, pagg. 149-192). Nello stesso anno pubblica un saggio di natura sperimentale “Il senso e la nozione di spazio attraverso l’educazione del movimento deambulatorio” su Infanzia Anormale (Piccole Edizioni Centro di Audiofonologopedia- Roma- ristampa 1976).

Contemporaneamente insegna presso l’Istituto dei Ciechi di Milano.

Nello stesso periodo elabora il Test psicopedagogico “Analisi delle funzioni spazio-temporali e dinamica del processo educativo” dove raccoglie tutti gli esercizi del Metodo di Organizzazione Spazio-temporale (Centro Stampa -Brescia -1979).

Esperienze internazionali

Quando la conoscenza e la pratica del Metodo si estendono al di fuori degli Istituti Universitari inizia a tenere corsi per preparare gli Operatori Sanitari e della Riabilitazione e gli Insegnanti della Scuola dell’Obbligo.

Negli anni ’70 lavora all’estero:

  • In Francia, all’Institut des Sourdes et des Aveugles di Lille, dove per tre anni tiene corsi sul suo Metodo agli insegnanti delle Scuole speciali
  • In Svizzera, a Ginevra, dove entra in contatto con lo psichiatra e neurologo J. De Ajuriaguerra (del quale conosceva le ricerche sulla rieducazione psicomotoria, così come quelle di Henry Wallon e della sua scuola di pensiero) che la incita a proseguire i suoi studi sulla percezione.

Negli anni 1974 -’75 è in Iugoslavia dove avvia, con il dott. Frano Marinovic, direttore del reparto diagnostico del centro Suvag di Zagabria, una ricerca su 80 bambini che frequentano il corso di riabilitazione uditiva allo scopo di valutare la possibilità di utilizzare congiuntamente il Metodo Verbo-Tonale e il Metodo Spazio-Temporale nei trattamenti riabilitativi. I risultati positivi di questa importante sperimentazione verranno raccolti in una pubblicazione del 1976 sulla rivista “Neuropsichiatria infantile” dal titolo “Ipotesi sulle possibilità di una integrazione fra i metodi Verbo-Tonale e Spazio-Temporale”.

Dagli anni ’60 agli anni ’90 circa partecipa a Congressi nazionali e internazionali dove presenta i risultati delle sue ricerche .

In particolare:

  • Nel 1959 al Simposio Internazionale di Biologia Sperimentale di Reggio Emilia con “Analogie fra l’orientamento spaziale dei ciechi e degli ambliopi gravi e dei pipistrelli” Atti del Simposio Internazionale di Biologia Sperimentale, vol IX, pagg. 2-23, Reggio Emilia -Pavia
  • Nel 1967 al First Congress of the International Study of Mental Deficiency di Montpellier con la relazione “La construction d’un espace mental extra-visuel”
  • Nel 1970 in collaborazione con Guareschi Cazzullo A. e Prodi M. P. partecipa al Second Congress of the International Study of Mental Deficienty, Varsavia, presentando Difficoltà di organizzazione delle idee di spazio negli insufficienti mentali pubblicata nel 1971 su Neuropsichiatria Infantile (pagg. 123-183 Roma, febbraio -marzo)
  • Nel 1973, al Third Congress of the International study of mental deficienty, porta “L’integrazione dei dati articolari e vestibolari nella genesi delle idee di tempo e di spazio”
  • Nel 1974 è a Taormina al Congresso Nazionali SINPI dove presenta l’importante analisi della “Gradualità dei meccanismi di integrazione dei dati geometrici deambulatori nel quadro dell’insufficienza mentale” sintetizzata nelle Tavole Sinottiche (Atti 1974 vol. III, pagg. 209-220). Allo stesso congresso presenta in collaborazione con Silva E., “Verifica degli elementi qualitativi e quantitativi dell’organizzazione spazio-temporale in bambini in età prescolare” dove estende la sua ricerca nell’età evolutiva a sviluppo tipico (Atti vol. III, pagg. 269).
  • Nel 1976 porta i dati raccolti con Chiarenza G., Geitlnger G., Musetti C., Silva E., sulla “Applicazioni del Metodo Terzi a bambini di scuola speciale: valutazione dell’organizzazione somato-gnosica.” VII Congresso Nazionale SINPI, Torino
  • Esplora il campo di applicazione alla patologia psichiatrica adulta, i cui dati vengono presentati, nel 1977, VI° World Congress of Psychiatry Association, Honolulu, Hawai con “Terzi’s method in psico-neurodynamic expressive activities in psychiatrics patiets” a firma congiunta con Cazzullo C. L., Masaraki G., Masolo L.
  • Nel 1986 è a Nizza ad un congresso internazionale con la relazione sul tema “Le ragioni del Metodo Spazio-Temporale Terzi”
  • Nel 1989 è a Urbino ad un Convegno di Studio su “Teorie e Terapie a confronto nelle psicosi infantili”, dove interviene sul tema “L’integrazione spazio-temporale dell’esperienza”.

Nascita A.I.R.M.T.

Negli anni ‘80 collabora con la dott.ssa Anna Accorsi all’AIAS di Legnano, dove nasce l’ASSOCIAZIONE ITALIANA RICERCHE METODO TERZI (A.I.R.M.T.)

Risale a questo periodo l’elaborazione e la sperimentazione del Protocollo di Valutazione Terzi che viene utilizzato per la valutazione dell’organizzazione spazio-temporale dei soggetti presi in carico dall’ente per il trattamento riabilitativo con il Metodo di Organizzazione Spazio-Temporale.

Nel 1983 ristampa “Il senso e la nozione di spazio attraverso l’educazione del movimento deambulatorio” Edizioni Omega- Torino.

Nel 1988 pubblica “Analisi delle funzioni spazio-temporali e dinamica del processo educativo. Test Psicopedagogico, dove struttura il metodo spazio-temporale in una proposta che diventano i fondamenti di una nuova metodologia, anche a livello pedagogico

Negli anni ’90 la sede dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA RICERCHE METODO TERZI si sposta presso l’AIAS di Monza dove sorge un Centro di formazione permanente sul Metodo Terzi.

E’ in questa sede che i diretti collaboratori di Ida Terzi prestano la loro opera sia in ambito riabilitativo, sia in ambito formativo.

Nel 1991 l’ideatrice del Metodo pubblica “L’integrazione spazio temporale dell’esperienza” sulla Rivista Italiana del Disturbo Intellettivo.

Fino al 1993 conduce attivamente corsi di approfondimento formativo per docenti AIRMT.

Nel 1995 scrive e pubblica il testo “Il Metodo Spazio-temporale. Basi teoriche e guida agli esercizi” che, oltre alle basi teoriche del Metodo e agli esercizi, raccoglie tutte le esperienze di una vita dedicata all’insegnamento e alla ricerca.

Muore a Besana Brianza il 15 settembre 1997.

 

La rubrica di Paola Terzi
racconti di famiglia sulla vita di Ida