Una vita dedicata alla ricerca

La rubrica di Paola Terzi "esperimento con alunni ciechi"

Metodo Terzi

Ricordo che una volta che andai a trovarla, la zia Ida volle mostrarmi la documentazione relativa alle sue ricerche ed agli esercizi effettuati negli anni di insegnamento ai ciechi a Reggio Emilia. In particolare mi descrisse e mi mostrò gli esiti del seguente esperimento.

Nel prato adiacente la scuola quattro alunni ciechi venivano disposti uno ad ogni angolo di un quadrato immaginario sul terreno, ed ognuno di loro doveva lanciare un forte grido per simulare una fonte sonora.

Agli altri alunni ciechi disposti di fronte a questo quadrato (e quindi di fronte alle 4 fonti sonore) veniva richiesto di disegnare su un foglio la localizzazione percepita dei punti dai quali provenivano i suoni, mentre una insegnante faceva le foto dei quattro alunni formanti il quadrato.

La domanda era: Come apparivano i quattro punti del quadrato “visti” come fonti luminose dall’occhio (macchina fotografica) e “uditi” come fonti sonore dall’orecchio (disegno dei ciechi) ? La risposta mi fu messa sotto gli occhi.

Quando la zia Ida mi mostrò i disegni e le foto, restai stupito a guardare per alcuni secondi, assolutamente colpito dalla perfetta corrispondenza delle due immagini.

In entrambe il quadrato appariva come un trapezio, in quanto nella foto le sagome dei due alunni vicini agli osservatori erano più grandi e lontane fra loro e costituivano la base maggiore, mentre quelle dei due alunni lontani erano più piccole e più vicine fra loro e costituivano la base minore, così come nel disegno la posizione dei due punti corrispondenti alle fonti sonore vicine agli uditori erano distanti fra loro e costituivano la base maggiore mentre quelle dei due alunni lontani (ma più vicini fra loro) costituivano la base minore.

La prospettiva era identica in entrambe le figure (foto e disegno). Non ci avevo mai pensato, continuai ammirato a fissare per un po’ le due immagini, la cui analogia mi sembrava ora quasi necessaria e ovvia dopo l’”accostamento” reso possibile dall’esperimento fatto dalla zia Ida: i due trapezi erano lì, nella loro chiara evidenza prospettica, ed erano… la stessa cosa!

Era la dimostrazione della analogia delle nostre percezioni uditive e visive, che portò poi la zia Ida ad estendere la sua teoria ad altri ambiti.

RICORDI DI FRANCESCO TERZI, NIPOTE, FIGLIO DEL FRATELLO DI IDA, BENEDETTO.