La prima cosa che mi viene in mente pensando al metodo Terzi è questa frase dalla mia email scritta alcuni anni fa alla dottoressa Iolanda Perrone: “Carissima Dottoressa, La prego di aiutarci a capire, cosa possiamo fare per Niko, ci aiuti a trovare una luce nel nostro percorso, non ci lasci soli…”; il  senso di completa impotenza  che vivevamo io e mio marito in quel momento era frustrante.

 

Niko ha combattuto molto per venire al mondo.  Era nato  in asfissia, TC d’urgenza, rianimato e intubato, Apgar alla nascita 3 e poi ha fatto un mese di terapia intensiva. Nonostante tutto era un bimbo splendido e solare, e cresceva, apparentemente  per tutti, bene. Per i pediatri era tutto a posto, anche se era goffo, poco vivace  e ancora a 5 anni aveva la  scialorrea.  Dai periodici bilanci pediatrici risultava tutto a posto; il peso, l’altezza  e sviluppo  cognitivo andavano a pari passo con i suoi coetanei. Quando, abbiamo saputo che aveva smesso di mangiare a pranzo a scuola materna perché  proprio in quel momento, regolarmente  ogni giorno doveva correre al bagno, è stato uno shock per noi.  Abbiamo scoperto che era preso in giro dai compagni perché  gli tremava la mano, gli dicevano che aveva paura di mangiare con loro e sbavava come i loro fratelli più piccoli e non partecipava mai ai loro giochi vivaci.

Abbiamo intrapreso un percorso solitario, lasciando da parte sistema sanitario nazionale;  e così a 6 anni abbiamo finalmente avuto la diagnosi (da un istituto privato molto stimato) di disprassia  orale, disprassia globale e distonia dell’arto superiore destro con pregressa sofferenza perinatale e sfumata iperintensità di segnale RMC Cerebrale in sede talamica supero-mesiale destra, deglutizione atipica con ipotonia del labbro superiore e scialorrea. Livello cognitivo QI totale di 117 (WISC-IV). In effetti, i bilanci pediatrici erano giusti: il peso, l’altezza e sviluppo cognitivo erano perfetti….

Alla prima elementare  Niko scriveva in stampatello e bucava i fogli da quanto forte premeva la matita, aveva i tremori della mano e combatteva con i pregiudizi dei compagni, e noi eravamo molto preoccupati che con aumento delle informazioni, lui si potesse trovare nelle situazioni sempre più difficili. La pediatra non era in grado di darci i suggerimenti sulla riabilitazione motoria e ne abbiamo provate molte, ma  Niko non sapeva vestirsi da solo, mettere i calzini, e allacciarsi le scarpe era un problema super mega galattico per lui, aveva  paura dei fuochi d’artificio pensando che gli “venissero addosso”, stare su un piede solo o camminare sui marciapiedi delle aiole, prendere al volo il pallone non era pensabile né con le mani né con i piedi,  non ci riusciva proprio; insomma, era chiara solamente una cosa:

non aveva nessuna percezione del suo corpo.

 

Così, a 7 anni dopo numerose ricerche personali abbiamo scoperto  il metodo Terzi (davvero poco conosciuto!)  che sosteneva  e diffondeva la dottoressa Iolanda Perrone. I suoi risultati sui disturbi grafo-motorie erano sorprendenti.

Andando a trovarla, non sapevamo ancora che eravamo sulla strada di risoluzione di molti dei problemi di Niko e anche della maggior parte della nostra frustrazione. 

Da questo momento la storia di Niko ha cambiato il suo corso, e quando un anno dopo giocando  a basket l’ho visto a  fare il canestro, ho pianto!

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Da subito era chiaro che eravamo nel posto giusto.  Avevamo davanti una persona unica con le qualità professionali e umani incredibili, con una conoscenza e esperienza sul campo talmente grandi che nessuna nostra domanda era rimasta senza risposta. Dottoressa Perrone ci ha spiegato molte cose, e in particolare che: Niko era un bimbo intelligente ed era fortunato ad avere una famiglia alle spalle che lo amava, credeva in lui e sognava con e per lui! Non aveva una malattia dalla quale guarire ma,  usando le nostre stesse parole, “la brusca venuta al mondo” aveva lasciato dei segni, con i quali avrebbe dovuto imparare a convivere. E abbiamo capito dalle sue parole che molto si poteva fare, ma era necessario aiutarlo ad acquisire la consapevolezza del suo corpo e di ciò che con il suo corpo poteva fare.

Il ciclo di lavoro con metodo Terzi comprendeva  esercizi senso-motori con occhi chiusi che praticamente da subito hanno avuto una ricaduta positiva sulla percezione corporea da parte di Niko. Un giorno ci siamo accorti che le due braccia potevano fare i movimenti  sincronizzati, e le aiole nel giardino della scuola non erano poi così strette da non poterci camminare sopra! Niko ha cominciato a conoscere il suo corpo e sempre di più prenderne  il possesso.  Tanta tensione muscolare si scioglieva grazie agli esercizi di ritmo e ai lavoretti con la plastilina. E anche la scrittura, rimasta sempre in stampatello per nostra scelta, aumentava la velocità e, invece, la pressione sul foglio diminuiva.  Attraverso queste esperienze motorie  Niko era diventato molto più sicuro di sé e in più aveva anche una confidente molto speciale con la quale trovare le soluzioni a tante sue difficoltà, per esempio,  come quella di allacciare le scarpe. E’ stato fatto anche un grandioso lavoro per la  deglutizione atipica e la bocca poco tonica, leggere  “sempre aperta” (il lavoro con i pesetti trasportati solo con la forza delle labbra si è rivelato utilissimo).

Oggi Niko frequenta la scuola media dove si organizza nel modo autonomo, e da qualche anno gioca a calcio.  E quello per cui io e mio marito  saremo  sempre grati al metodo Terzi e alla sua grande sostenitrice la dottoressa Perrone, che ad oggi Niko è serenamente cosciente delle sue abilità motorie, ma anche delle sue capacità cognitive, e questo  gli permette  di avere davanti a lui tutto il campo libero e avere  tante scelte nella vita. Mi ricordo le parole di Iole : “Vedrete, Niko troverà le risorse per fare nella vita ciò che lo renderà felice!”

E quale miglior modo di onorare il grande lavoro che ha lasciato  Ida Terzi  che quello di accompagnare un essere umano nel suo percorso di consapevolezza corporea che è alla base dell’apprendimento non solamente di matematica  e scrittura, ma di tutta la nostra vita.

Con tanta gratitudine e riconoscenza,

Marina, mamma di Niko.